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Immagine del redattoreLuigi Cerciello

L’Italia paga sempre il conto degli altri


Tante sono le cose che differenziano la prima dalla seconda repubblica ma probabilmente la più importante è la differenza tra la qualità o meglio la caratura degli attori politici

La prima repubblica vedeva nomi illustri, alcuni controversi ma sicuramente di spessore culturale e politico

Uomini che avevano una storia che proveniva direttamente dalla terribile esperienza del secondo conflitto mondiale e dalla guerra fredda. Uomini forgiati nel fuoco e nei proiettili, nella fame e nell’angoscia, terrorizzati dalla paura di un bottone rosso in una valigetta che avrebbe posto fine alla vita sul pianeta. Uomini determinati che sulla loro pelle avevano capito la differenza tra affidare la propria vita a persone fidati e capaci piuttosto che ad incapaci incoscienti. Nello stesso tempo erano però uomini anche di grande cultura ed esperienza, molti provenienti da famiglie con una lunga ed onorevole storia al servizio dello Stato. Orbene cosa ne è stato di costoro o meglio della loro eredità di conoscenza e di esperienza? Spazzata via dall’onda populista di mani pulite che nel nome dell’onestà e della legalità (vi ricorda qualcosa) ha di fatto operato una transizione alla seconda repubblica.

Chi sono i nuovi attori della seconda repubblica: Sicuramente il più famoso è Silvio Berlusconi, il Cavaliere, uomo sicuramente di grande spessore imprenditoriale, ma si può dire lo stesso come politico?

Era il 1994 e Silvio Berlusconi con la sua discesa in campo spiazza i tavoli della politica e sbaraglia le carte di coloro che già si vedevano i nuovi padroni della politica italiana (e non solo).

La sua è stata una politica innovativa (per l’Italia) abituata ai comizi di piazza ed alle tavolate nei ristoranti.

Con lui il partito tradizionale e la sua ideologia di riferimento diventano secondari al leader del partito, subordinazione che creò al Cavaliere, in seguito, qualche problema nell’opinione pubblica: il calo di “Audience”, parola tanto cara a B., (erano molti gli attacchi che definivano Forza Italia come il suo partito affaristico personale), lo portò a dichiarare di collocarsi nel pantheon liberale.

Ma cosa distingue Berlusconi dai suoi predecessori?

Berlusconi ha avuto l’intuizione di utilizzare mezzi già collaudati oltre oceano ma fino ad allora sconosciuti in Italia: la comunicazione politica con team specializzati nella comunicazione. Sono professionisti che non trascurano nessun particolare quando si tratta di portare un candidato alla vittoria. La loro è una ricerca maniacale della perfezione comunicativa, rivista in chiave italiana, per poter essere efficace nel contesto sociale e culturale locale. È una squadra formata da sociologi, esperti di marketing, pubblicisti, registi, un vero proprio set degno delle migliori produzioni hollywoodiane.

Grazie a questa formidabile macchina da propaganda, che ha come formidabile mezzo di comunicazione le sue stesse televisioni possiamo ben dire che, divenuto presidente del consiglio, mister B. sia stato il più potente uomo d’Italia, persino più potente di Benito Mussolini. Diversamente dal Duce, mister B. aveva un forma di convincimento ben più efficace di quella “de imperio” e carismatica di Mussolini, una forma di convincimento che faceva presa sulle lusinghe, sulle debolezze umane, che egli evidentemente conosceva molto bene; era in grado infatti di “accarezzare i sogni” degli uomini (e delle donne) tanto da farli adagiare sulle posizioni proprie del “Premier”; si Premier perché per la prima volta con silvio Berlusconi si inaugura in Italia l’utilizzo di questo termine.

Certo non sono mancati all’inizio gli scivoloni o meglio i trappoloni (tutti ricorderanno la sua brevissima prima esperienza come Presidente del Consiglio), ma mister B. è uno che impara in fretta.

Mister B. grande imprenditore, sapeva bene che per essere vincenti era fondamentale una squadra di persone valide e competenti ed è così che i suoi governi sono caratterizzati dalla presenza di molte figure di prestigio e di grande competenza provenienti per lo più dal mondo accademico e professionale, ma sa anche che per mantenere il consenso ha bisogno di visibilità e di immagini accattivanti, ecco quindi la presenza nelle campagne elettorali di uomini e donne di spettacolo e dell’informazione, capaci di attrarre il corpo elettorale con una risposta emotiva trascinante, (un antesignano fu Marco Pannella, vi ricordate la candidatura della pornodiva Ilona Staller in arte Cicciolina?) questa strategia si è rivelata vincente fino a quando il Cavaliere non ha commesso il più classico degli errori degli uomini di potere: sentirsi onnipotente, al di sopra di tutto, convinto come Caligola di poter nominare il suo cavallo Incitatus Senatore della Repubblica Romana.

Ed è così che la successiva infornata di parlamentari vede il proliferare di uomini e donne senza alcuna esperienza e competenza con l’unico pregio di essere nelle grazie del Premier, ed apparire qua e là nei maggiori giornali di gossip; ai più attenti non sfuggirà anche che con tal guisa di persone risulta anche più facile la loro gestione: marionette mosse dalle sue abili mani. Si palesa così l’inizio del decadimento delle istituzioni repubblicane, non importano le competenze e la professionalità, la serietà e la coerenza, la parola meritocrazia viene cancellata dal dizionario politico, conta solo ubbidire ciecamente ed incondizionatamente al “potente” di turno, si ricercano esseri insignificanti che non offuschino e contrarino il leader, scelta questa non scevra da controindicazioni, ma questa è un’altra storia: è solo l’inizio.

La crisi economica iniziata nel 2006 (i cui effetti si sentono nel 2008) derivata dai sub prime (prestiti finanziari e mutui concessi senza adeguate garanzie in un mercato immobiliare pompato) partita dagli USA si espande in tutto il globo, colpisce tutti gli istituti di credito europei costringendo i paesi sovrani ad intervenire economicamente (a debito) per evitare il fallimento delle banche che porterebbe ad una crisi economica e sociale senza precedenti, peggio anche della crisi del 29’. Per questa grave compromissione del sistema economico mondiale in verità non pagherà nessuno e sull’altare sacrificale per tacitare l’opinione pubblica ci finirà solo la “Lehman Brothers” e qualche colletto bianco “Obtorto collo”, dicevamo, gli stati sovrani risanano la voragine dei debiti delle banche (private) con il debito pubblico ed un’abile propaganda mediatica non solo consegna all’oblio la vicenda sub prime ma addirittura tramuta il debito fatto per salvare le banche in un debito dovuto alla dissennata, truffaldina e sconsiderata gestione da parte della politica (cornuta e mazziata), che comunque ha le sue colpe (ma questa è un’altra storia).

Ma ecco che “Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi” spunta la pandemia di inizio XXI secolo (corsi e ricorsi storici) che colpisce tutti e qui non c’è strategia comunicativa che tenga, perché tutti i nodi vengono al pettine; scopriamo così le inefficienze della sanità pubblica, i commissari regionali della sanità passati da un incarico di prestigio all’altro che cadono dalle nuvole e che pateticamente cercano di nascondere la loro incapacità ed una classe politica abituata a fare solo lo “Yes man” totalmente incapace e priva di spina dorsale. La pandemia da Covid porta con se i morti, ma porterà anche conseguenze economiche catastrofiche che ancora una volta mettono a nudo l’incapacità delle classi dirigenti di affrontare le avversità e le emergenze, viene da chiedersi allora a che servano visto che come già accaduto a pagare saranno i cittadini comuni con un debito pubblico a cui si attingerà nuovamente e che aumenterà così a dismisura rendendoci schiavi a vita (corsi e ricorsi storici), ma questa è un’altra storia ancora in divenire.

Ecco quindi come nell’ultimo trentennio non solo viene cancellata una intera classe politica, ma anche coloro che avrebbero dovuto coglierne il testimone: ci si avvia ad un imbarbarimento della politica che è nello stesso tempo specchio ed artefice di quella della società civile.

La pandemia finirà, conteremo i morti e ci leccheremo le ferite, partirà il rimpallo dello scarico barili e gli insabbiamenti (il tempo consegna tutto all’oblio) complice una ormai collaudata macchina mediatica diretta sempre dagli stessi; NO non da mister B. che alla fine è stato solo la guest star di una puntata: Si aprono le porte di un nuovo medioevo politico economico.

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