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Arechi Media

Il metodo a zona


Faccio una premessa necessaria: chi scrive è daltonico, e con l'Italia divisa in tanti colori rischia davvero di andare in tilt o scambiare una regione per un'altra.

Dopo la misura unitaria che aveva preso il governo lo scorso marzo, attuando un lockdown generale, per la seconda ondata si è deciso di dividere l'Italia in tanti colori: una misura che, alla fine dei conti, ha scontentato molti e accontentato pochi. In più, dopo gli ultimi sviluppi, l'Italia da paese multicolore sta diventando un paese monocromatico.


Giudicare l'operato del governo in questa fase, e nelle fasi precedenti è un compito che non tocca farlo: esistono già tanti fini politologi pronti per questo.

Quello però che ci tocca notare è il caos che dati alla mano è stato generato dall'aver diviso l'Italia in zone: perchè la Campani, ad esempio, ha avuto la possibilità di essere riconosciuto come gialla nonostante gli elevati casi di contagi mentre la Calabria si è vista declassare come Regione ad alto tasso di pericolosità meritando il colore rosso? O perchè nella seconda "ricolorazione" del paese, la Campania forse resta non toccata, mentre regione con contagi più bassi come la Toscana e la Basilicata vengono colorate di arancione?


Nel caos della seconda ondata, quello che più non si riesce a comprendere è proprio il metro di giudizio: i cittadini sono confusi, oltre che arrabbiati, e il governo sembra annaspare. A livello di comunicazione la seconda ondata sta travolgendo la politica: stranamente, perchè era più prevedibile e gestibile della prima, il governo sembra disorientato e confuso. Troppi Dpcm in un lasso di tempo davvero breve e troppi cambi di rotta: non si capisce poi perchè non si è andati verso misure uniche rispetto a quelle a chiazza, o almeno non lo si è comunicato bene. In più ciò che preoccupa è l'andamento opposto di molti presidenti di regioni e di amministratori locali: insomma la politica agli occhi dei cittadini è più a chiazze rispetto alle zone dell'Italia.



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