L’Italia non è ancora uscita dalla recessione ad opera della pandemia che eccola ripiombare in un’altra ancora peggiore ad opera dell’enorme aumento dei costi degli approvvigionamenti energetici e dalla scarsità delle materie prime alimentari e non dovute alla guerra russo-ucraina; ma il peggio deve ancora venire. Come ebbi a scrivere nel novembre del 2020 (I cavalli dell’apocalisse nel nuovo medioevo politico-economico) il Covid è stato solo l’inizio di una recessione economica che è di gran lunga quella da temere di più in un contesto, quello attuale, peggiore del precedente e che inizierà a farsi sentire seriamente verso la fine del 2022 quando, passata l’euforia delle tanto agognate vacanze estive, facendosi i conti in tasca gli italiani si troveranno con più debiti di prima e con una finanziaria di fine anno che dovrà fare i conti con le spese della pandemia, del boom dei prezzi dell’energia, della guerra e dei debiti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
Ciò nonostante ciò che terrà banco da oggi fino a marzo 2023 tra i “politici italiani” saranno le elezioni politiche del 2023.
Di fatto è già iniziata la “transumanza” a Roma di politicanti ed aspiranti tali asserviti agli umori dei “capo partito” e completamente ignari delle esigenze dei cittadini. Prepariamoci dunque ad alleanze inverosimili, a repentini cambi di casacca, ai venditori porta a porta, agli improvvisati saltimbanchi e disperati alla ricerca di una riconferma, sono tutti pronti a tutto, perché gli interessi di pochi o uno valgono più dei molti; ma ricordiamoci sempre questo: i politici di un paese sono lo specchio dell’elettorato e dunque se ci ostiniamo ancora una volta a voler affidare a costoro le sorti del “Bel Paese” dobbiamo anche essere ben consci di ciò che ci aspetta: un prossimo “Ei Fu Bel Paese” ed un sempre più sprofondo nel nuovo “medioevo politico economico”.
Non ostiniamoci da stolti a ripercorrere sempre gli stessi errori, a continuare con una mentalità individualista e nichilista (di comodo) che da molto tempo domina la società italiana. Troppo pericoloso continuare per questa strada ed alimentare il peggiore dei vizi capitali l’“Avidità”, sia esso di denaro o di potere, (più spesso di entrambe) di piccoli uomini che si prendono gioco di un Popolo intero fatto di cittadini troppo spesso distanti e poco attenti alla politica del proprio paese o più spesso ignavi. Badate bene i prossimi parlamentari e ministri dovranno traghettarci fuori da questa palude in cui siamo impantanati da anni e purtroppo questo è un gregge di gente che non serve; sono intrisi di populismo e demagogia con cui nutrono il popolo italiano che invece ha bisogno di ben altro: di sicurezza, di serenità, di pragmatismo, di vero globalismo, quello fatto di rapporti economici, politici e di alleanze internazionali e non quello infarinato di retorica e demagogia spicciola che ci propinano da anni; un paese come il nostro privo di materie prime e di energia a buon mercato non può permetterselo. L’Italia ha bisogno di risultati reali non chiacchiere e promesse al vento, di un futuro radioso privo di incognite per sé e per i propri figli mentre costoro l’unico futuro a cui tengono è il proprio. I cavalli dell’apocalisse incombono e la cosa peggiore che possiamo fare è abbandonarci al fatalismo, a quel senso di assuefazione che ci fa dire: tanto è inutile non cambia mai niente, ricordiamoci sempre ciò che dicevano i nostri antichi padri latini: homo faber fortunae suae!
Comments